Alfredo si guardo' allo specchio, cercando di sistemare a qualche modo i capelli, lunghi e crespi, che voleva lo facessero assomigliare piu' alla Statua della Liberta' o a Jimi Hendrix che a qualche altra figura decisamente patetica quale dava l'impressione a primo acchitto.
La barbetta ben curata sembrava quasi stonare con la zazzera incolta che la circondava, e gli occhiali con montatura nera in classe anni '70 lo facevano sembrare un hippy fuori dal tempo.
Mentre si guardava allo specchio, pensava: "Chissa' quante altre persone staranno guardandomi, in questo momento...?"; d'altronde era indubbio che proprio questa sua forte caratterizzazione lo aveva aiutato moltissimo in questo progetto, e se ora era divenuto un finalista della trasmissione "Grande Fratello", e stava dividendo la casa assieme agli ultimi due finalisti per gli ultimi quattro giorni (beh, tre giorni, data la notte inoltrata).
Ma nessuno era veramente a conoscenza di come si erano svolti tutti i fatti e - soprattutto - nessuno degli spettatori era a conoscenza del grande imbroglio che c'era dietro la trasmissione, ma anche della grande operazione che Alfredo, assieme al Movimento per la Liberalizzazione dell'Informazione aveva architettato.
Tutto aveva preso inizio con l'ultima estromissione, proprio quel pomeriggio, di Giovanni.
"Finalmente abbiamo i nostri finalisti: Alfredo, il nostro studente di sociologia alla Sapienza; Anna: la giovane cassiera di un centro commerciale che sogna il cinema; e Joseph, il nostro giovane barista. Ci vedremo giovedi' per sapere finalmente chi si aggiudichera' il primo premio di questa edizione del Grande Fratello. Mi raccomando, voi continuate a votare telefonicamente o via SMS per il vostro personaggio preferito... La nostra trasmissione finisce qui, ma voi potrete continuare a seguire quello che avviene nella Casa, 24 ore su 24, sui nostri canali satellitari..." la voce monotona della giovane presentatrice che leggeva sul gobbo, prima della chiusura del collegamento con lo studio (il teatro 9, poco distante dalla Casa, in quel magico mondo che e' lo stabilimento cinematografico di Cinecitta' in Roma) era ancora cristallina nella mente di Alfredo. Ma era giunto il momento di muoversi. E muoversi, in una casa circondata di telecamere e specchi finti, non era certo facile.
Anna e Joseph avevano accettato senza alcun sospetto la sigaretta che Alfredo aveva offerto loro, da quel mitico pacchetto di MS bionde che aveva portato con se' all'ingresso nella casa, mantenendolo sigillato come "il pacchetto da usare solo se (e con chi) arrivero' in fondo". Per festeggiare l'eventuale ingresso in finale. Peraltro una delle poche cose che la rigidissima selezione del Grande Fratello aveva consentito ad Alfredo di portare dentro la Casa. D'altronde chi avrebbe mai immaginato che in quel piccolo pacchetto di sigarette si celava un segreto piu' grande?
Come poter notare che in quelle venti sigarette la prima, che si era presa Alfredo, aveva un piccolo segno di pennarello rosso sul filtro? Ma soprattutto come riuscire ad immaginare che tutte le altre 19 sigarette erano state impregnate di barbiturico?
Anna e Joseph, dopo la sigaretta, annunciarono la loro stanchezza e si ritirarono a letto quasi ubriachi dalla sensazione di essere giunti in finale (eh, gia', fumare del fenobarbital deve dare l'impressione di essersi ubriacati, ma essersi aggiudicati la finale del Grande Fratello a quasi cento giorni dall'inizio, ed aver salutato per l'ultima volta un ragazzo che stava con loro sin dall'inizio, contribuiva certo a rendere l'atmosfera strana), mentre Alfredo annuncio' che voleva scaricare i nervi facendo un po' di pulizia.
Il trucco era proprio quello: fare una cosa straordinaria nascosta in un gesto pressoche' quotidiano.
Alle due e mezza di notte (ma in realta' non sapeva di certo l'orario, dato che non aveva l'orologio da polso) era impegnato a passare la scopa e lo straccio nella grande sala comune. Poi raccolse il sacchetto della spazzatura e si avvio' verso l'uscita della Casa. La porta era sempre aperta (perche', da regolamento, chiunque era libero di lasciare, in qualsiasi momento, la Casa), anche per motivi logistici dato che il cassonetto della spazzatura si trovava al di fuori della struttura, subito a lato dell'ingresso esterno.
-Grande Fratello, vado a buttare la spazzatura...
La frase, pronunciata verso una delle tante telecamere interne, era la rassicurante frase che annunciavano meccanicamente i concorrenti quelle volte che uscivano dalla casa per questi motivi prettamente logistici, tecnicamente non era obbligatorio da regolamento dirla, ma era diventata una consuetudine da routine; ma c'era qualcosa sotto che nessuno del turno di notte della produzione (solo un aiuto regista, un cameraman e una guardia giurata) si sarebbe mai aspettato.
Alfredo usci' con il saccone della spazzatura in mano. Si fermo' davanti al cassonetto, poi lo apri' schiacciando la barra inferiore e vi lancio' dentro il sacco, si fermo' un istante osservando il coperchio che si richiudeva lentamente, aiutato dallo stantuffo a pressione che evitava la caduta immediata e pericolosa del coperchio, poi agi' senza alcun indugio.
Si fiondo' di corsa in direzione del box telefonico pubblico che faceva capolino vicino alla parete esterna di un teatro di posa, alzo' la cornetta e compose rapidamente il 443-1465729.
La voce meccanica del sistema di controllo della carta Call-IT annuncio' solo: "Selezionare il PIN, grazie", mentre sul display del telefono compariva un simile messaggio. Segui' una veloce digitazione del pin, poi del tasto 1 ("Selezionare 1 per effettuare la chiamata") e la composizione veloce di un numero di cellulare.
La gente del Movimento per la Liberalizzazione dell'Informazione aspettava la chiamata, su un cellulare sacrificale intestato ad un prestanome, per muoversi. Una sola frase: -Subito all'ingresso: sto arrivando.
Alfredo chiuse la comunicazione e corse in direzione del cancello d'ingresso di Cinecitta', mentre il regista lasciava gli appunti per la diretta di giovedi' per cominciare a chiedersi che fine avesse fatto il concorrente andato a buttare la spazzatura da almeno un paio di minuti.
C'era voluta molta preparazione, c'era voluto soprattutto il lavoro certosino di molte persone, e questa operazione era stata messa a punto fin nel piu' piccolo dettaglio gia' da un anno. Alfredo giunse al cancello e si fiondo' fuori passando chinato sotto al gabbiotto d'ingresso della portineria, mentre la guardia giurata era intenta a guardare la televisione. Fu solo qualche istante dopo, quando giunse il furgone bianco, che improvvisamente scatto' in piedi e si diresse verso l'uscita, ma era ormai troppo tardi: Alfredo con un balzo salto' dentro al furgone, che parti' sgommando in direzione nord, imboccando la Tuscolana verso il centro citta'.
Alfredo aveva i capelli lunghi e la barba curata, portava un paio di occhiali con montatura nera, una maglietta polo azzurra con una riga bianca, un paio di jeans scuri e delle scarpe da ginnastica beige, cosi' come era stato concordato (e verificato via diretta TV durante l'arco della giornata).
A Cinecitta' era scoppiato il subbuglio, le trasmissioni erano state interrotte mentre dopo diversi tentativi, finalmente era un medico quello che cercava di tirare fuori dallo stato catatonico Anna e Joseph, addormentati non gia' dalla stanchezza quanto dal fenobarbital che avevano fumato pochi minuti prima, mentre auto della produzione cominciavano a muoversi stancamente da Cinecitta', coadiuvati da operatori delle forze dell'ordine e dell'istituto di vigilanza per ripescare il fuggitivo.
Il regista aveva un diavolo per capello: -Ma come diavolo ha fatto a comunicare con l'esterno?
Rispose un agente di polizia, che aveva appena allontanato il cellulare dall'orecchio: -Una carta di credito telefonica.
-Ma non aveva niente del genere quando e' entrato! Abbiamo controllato!
-Non serve: con questo genere di carte, se uno si ricorda a memoria il codice, basta digitare un numero di accesso e poi comporre il numero telefonico.
-E chi ha contattato?
-Uhm, un cellulare, ma non servira' a molto: subito dopo e' stato spento, e sto aspettando conferme ma, se la penso corretta, la scheda sara' intestata a Babbo Natale o all'Uomo Nero...
-Abbiamo almeno la targa del furgone?
-Solo una parte, ma abbiamo modello e colore: stiamo diramando avvisi per rintracciarli in tutta Roma.
Mentre Alfredo, nel furgone, celato dal vano di carico chiuso, indossava al volo dei pantaloni chiari, un paio di sandali, una camicia a scacchi ed un cappello da baseball sulla folta chioma che trovava a fatica un elastico, dai Parioli, da Trastevere, dalle vincinanze di Piazza di Spagna e dal Colosseo, altrettanti furgoni bianchi fecero scendere degli attori che portavano una pettinatura simile a quella di Alfredo, vestiti con gli stessi jeans, la stessa maglietta e gli stessi occhiali per confondere le idee.
C'era bisogno di tempo, e questo diversivo, unito ad un cambio di veicolo in un parcheggio sotterraneo in prossimita' della via Appia, diede tutto il tempo di cui c'era bisogno.
L'anonima station wagon blu giunse nella villa di Frascati intorno alle tre del mattino (a meno di mezzora dall'inizio dell'operazione), mentre a Roma tutti erano impegnati ad inseguire anonimi furgoncini mercedes bianchi diretti verso nord, dando adito alle segnalazioni di quelli che, una volta fermati, si rivelavano come dei grandi fan di Alfredo, che portavano la sua pettinatura ed i suoi occhiali solo per imitarlo, e che ignari di questa sua fuga (e molto colpiti da cio') erano solo usciti per andare a farsi una birra in compagnia.
Nella villa, un anonima abitazione unifamiliare subito fuori Vermicino, la squadra era al gran completo: Alfredo fece subito una doccia, poi si infilo' sotto alle mani sapienti di due barbieri che in men che non si dica gli lasciarono in testa una piccola formazione di capelli a spazzola, tolsero tutta la barba con delicatezza lasciandogli solo un anonimo pizzetto che gli circondava la bocca, poi fu il turno di togliere quegli occhiali che gli avevano fatto compagnia per tutti i giorni di trasmissione, sostituiti da un paio di anonimi occhialetti con una leggerissima montatura in titanio. Un orologio Longines d'oro comparve al polso sinistro, e una fede in oro zecchino da 8 grammi preparata gia' da qualche mese fece capolino sul suo anulare sinistro; l'operazione si concluse quindi con un abito gessato, una camicia bianca ed una cravatta regimental a strisce bianche e azzurre che trasformarono l'immagine di Alfredo in quella del piu' anonimo rappresentante di commercio.
Alle sei e mezzo del mattino Alfredo, con questa nuova immagine, lascio' la villa accompagnato dall'anonima station wagon blu per raggiungere la stazione ferroviaria di Ciampino, dove intorno alle 7 lo avrebbe atteso l'intercity che in poche ore lo avrebbe portato in Trentino.
-Luther, da qui in poi sarai da solo, almeno fino a Trento. Un nostro collaboratore si mettera' in contatto con te appena arrivi alla stazione di Trento. Da li' sarai accompagnato presso la casa del nostro contatto. Noi ti raggiungeremo fra domani e dopodomani, con altri mezzi, il tempo di far calmare le acque, e nel frattempo tu ti potrai occupare di gettare qualche altro sasso nello stagno.
Alfredo inarco' un attimo le sopraciglia: dopo quasi cento giorni in cui si era abituato a sentire chiamare per nome, era difficile ritornare all'abitudine secondo cui tutti quanti, nel Movimento, lo chiamavano Luther.
Alfredo-Luther entro' nella stazione di Ciampino, in gessato e cravatta con solo una ventiquattrore da PC portatile, con il suo biglietto integrato nella valigetta, e rimase sul marciapiede accanto al binario uno in attesa dell'Intercity per il Brennero. Sotto alla valigetta teneva con la mano una copia del quotidiano "La Repubblica" appena preso all'edicola, su cui in prima pagina campeggiava il titolone "Mistero al Grande Fratello: Alfredo e' scomparso".
Era nervoso, ma non lo lasciava intravedere per niente. Si accese una Merit, dal pacchetto iniziato che gli aveva regalato uno dei due barbieri, poi rimase in piedi a guardare il binario in direzione sud, come facevano stancamente alcuni pochi altri viaggiatori sul marciapiede intorno a lui.
L'altoparlante della stazione, con la voce meccanica del software di gestione, annuncio' "E' in arrivo, sul binario uno il treno Intercity 186 'Michelangelo' proveniente da Napoli e per Brennero. Ferma a Roma Termini, Firenze, Bologna, Verona, Rovereto, Trento, Mezzocorona, Ora, Bolzano, Fortezza. Espleta servizio solo per passeggeri in possesso di biglietto integrato Intercity con prenotazione obbligatoria dei posti. Prima classe settore E. Approaching train intercity 1-8-6 'Michelangelo'..." e Alfredo non fece caso al resto dell'annuncio in lingua inglese: lancio' la sigaretta sui binari mentre la locomotiva affusolata dell'ETR-500 faceva capolino dal fondo della stazione, squarciando con i fari accesi il buio della notte che ormai si stava rompendo dai primi raggi dell'alba.
Prese posto sul treno e rimase stancamente impegnato a leggere il giornale o guardare il panorama, ma tenendo l'orecchio teso verso il mormorio che girava per tutto il treno: alla fine della fiera la sua fuga dalla trasmissione aveva fatto piu' scalpore di qualsiasi altro fatto di cronaca nera. Tuttavia anche la stanchezza la faceva da padrone, e per buona parte del resto del viaggio si limito' a sonnecchiare distrattamente mantenendo l'interesse ed i pensieri solo al panorama che scorreva rapidamente fuori dal finestrino.
Il treno entro' nella stazione di Verona Porta Nuova intorno alle tre del pomeriggio di lunedi', e mentre si svuotava dei molti dei pendolari, salirono a bordo due agenti della Guardia di Finanza con il cane al seguito. Passavano fra i sedili, guardando rapidamente i pochi viaggiatori; quando giunsero in prossimita' di Alfredo, egli alzo' lo sguardo e sorrise al giovane agente, che sorrise di rimando e passo' avanti: stavano cercando evidentemente qualche spacciatore, e la cosa fini' li'.
Finalmente poco prima delle cinque il treno giunse alla stazione di Trento, annunciato dalla voce stentorea del capotreno attraverso l'interfono gracchiante: "Prossima fermata Trento. Nexter Halt Trento".
Alfredo usci' sul marciapiede del secondo binario e si diresse al sottopassaggio, salendo sulla piattaforma centrale del primo binario, entro' in stazione e si diresse con passo sicuro al bar, alla sua sinistra, dove ordino' un caffe' ristretto.
Mentre sorseggiava quella brodaglia imbevibile, una persona dietro di lui attiro' la sua attenzione: -Dottor Blissett?
Alfredo, sfoggiando un italiano stentato con un marcato accento americano, si giro' e si rivolse all'uomo, porgendogli la mano: -Doctor Streibizer, suppongo. Moltho lietho.
Il citato dottor Streibizer accetto' anch'egli un caffe', poi i due uscirono per dirigersi verso destra, in direzione del bordo del parco di Piazza Dante.
Per un istante la loro attenzione venne richiamata dalla voce di un bambino: -Mamma, guarda, c'e' Alfredo del Grande Fratello...
Si fermarono un istante. Alfredo si senti' il sangue gelare nelle vene, e si giro' lentamente nella direzione da cui era venuta la vocina, ma fortunatamente solo in tempo per vedere la mamma che prendeva in braccio il bambino redarguendolo, con forte inflessione dialettale: -Ma va la', che quel signore non e' Alfredo, smettila di farti guardare da tutti...
Qualche istante per riprendere fiato, e i due si avviarono silenziosamente in direzione di via Torre Vanga, costeggiando il parco, fino ad una anonima Nissan bianca parcheggiata sulle strisce blu, accanto alla biblioteca comunale, in mezzo a tante altre auto anonime. A bordo dell'auto i due mantennero un tono distaccato: ancora non si sentivano al sicuro da occhi ed orecchie indiscrete. L'autista, dopo aver fatto tutto il giro ripasso' davanti alla stazione ed imbocco' la via Rosmini fino a giungere in prossimita' del bivio del cimitero.
Passo' oltre e si diresse con sicurezza all'ingresso del parcheggio posteriore. I due scesero e si diressero stancamente verso l'ingresso del cimitero storico. Streibizer prese un mazzetto di semprevivi e poi i due si diressero fra le file di tombe in prossimita' dell'ingresso della cappella, fermandosi davanti ad una tomba dove un ragazzo dell'apparente eta' di Alfredo, ed un tizio con i capelli bianchi stavano fermi osservando una tomba, in religioso silenzio.
Streibizer prese la parola, prima con tono di voce normale: -Buonasera, el go portato dei fiori per so mama, come state voi?
Non appena il gruppetto che li precedeva passo' oltre in direzione della cappella, mentre Streibizer si abbassava per infilare i fiori dentro il vaso, fu Alfredo a prendere la parola, sottovoce, con i due: -Allora: e' tutto quasi pronto. Adesso io arrivo a casa, comincio a stilare il primo articolo per il blog e preparo la registrazione. Raggiungetemi verso le 23, e vi daro' il materiale. E' importante che venga pubblicato prima di mezzanotte. Ci sono problemi con le connessioni ADSL?
Il giovane prese parola: -No, tutto a posto. Abbiamo gia' preparato cinque diversi canali basati su Tor e Privoxy, cinque diverse connessioni adsl, e sono tutti quanti pronti ed in funzione.
-Ottimo. E per il resto, che notizie mi date?
A questo punto prese parola il signore: -Anna e Joseph sono stati ricoverati in ospedale, anche se Anna sta facendo la vittima ipocondriaca e Joseph, invece, probabilmente sara' dimesso oggi stesso. La trasmissione e' stata sospesa, stasera dovrebbe esserci un qualche speciale perche' si vuole cercare di salvare il salvabile.
-Sono curioso di vedere che succedera': Anna e' stata una puttanella per tutto il periodo, e non credo che si smentira' adesso. Ora andiamo: a piu' tardi.
Alfredo e Streibizer si allontanarono ritornando all'auto, poi fecero un giro complesso che li porto' in direzione di via Maccani, fino ad imboccare la rotatoria per la Statale 12, ed infine per la Gardesana Occidentale.
La strada continuo' tranquilla per pochi chilometri fino ad incontrare la galleria del Forte, a cui Streibizer fece seguire una secca svolta a destra all'uscita della stessa, in direzione della piccola frazione di Cadine dove, giunto al campo sportivo, giro' di nuovo a destra costeggiando i campi da tennis ed infilandosi in un piacevole quartiere con poche villette unifamiliari che avrebbe fatto da contorno a questi tre giorni di operazione, in quel tranquillo giardino che e' la Localita' Coltura.
L'appartamento, minuscolo (inferiore ai 30 metri quadri) era stato ricavato da una parte del cantinato, ma era funzionale e dotato di ogni confort. Alfredo venne lasciato solo dal suo accompagnatore, pote' cambiarsi, fare una doccia e poi indossare un pigiama comodo. Poi osservo' con soddisfazione il frigorifero e la dispensa ben forniti. Il giardino circondato da siepi alte un paio di metri, le poche finestre con i vetri fume' che davano a pochi centimetri d'altezza sulla linea della villa e il terreno privato avrebbero garantito tutta la privacy necessaria. Al resto ci avrebbero pensato la totale mancanza di linea telefonica e telefoni cellulari. Ma ora c'era altro a cui pensare: Alfredo aveva del lavoro da svolgere, e non c'era tempo per cincischiare.
Alle 19:30 in punto si sedette a tavola, in vestaglia, per consumare una cena leggera e composta da un piatto di crema di funghi porcini, pane e formaggio. Successivamente lavo' i piatti e si sedette quindi a tavola con il portatile davanti al naso e il televisore acceso, poco dietro.
Mentre le sue dita si muovevano rapidamente sulla tastiera e mormorava qualcosa sottovoce, con una sigaretta appoggiata sull'orecchio, dalla televisione giungevano le ultime notizie, prima della sigla del telegiornale, preceduta dall'annuncio che, al termine del contenitore sportivo, sarebbe seguito lo speciale sul Grande Fratello.
Alfredo diede gli ultimi colpi alla tastiera del computer e, sentendosi soddisfatto, salvo' il documento e si alzo' per andare verso la porta d'ingresso. Quindi trovando posizione vicino all'ingresso, prese la sigaretta che aveva dietro l'orecchio e se l'accese, pochi istanti prima che una voce richiamasse la sua attenzione: -Luther, non e' sicuro mettersi a fumare qui davanti.
Alfredo guardo' verso l'alto, in direzione del ragazzo che aveva incontrato poche ore prima al cimitero, e che ora faceva capolino da dietro il giardino.
-Fammi compagnia, allora. In due diamo meno nell'occhio...
In realta' la villa dirimpetto era vuota, dato che i padroni erano andati a passare una vacanza in qualche paradiso tropicale, e le due case confinanti, invece, erano abitate da semplici contadini di campagna piu' preoccupati dell'andamento dell'orto che per le sigarette che poteva fumare il vicino. Porse una sigaretta al compagno, poi continuo': -Ti aspettavo molto piu' tardi.
-Ho pensato di fare un'improvvisata- disse il giovane, accettando una delle ultime Merit del pacchetto di Alfredo -e a proposito: ti ho portato anche delle sigarette.
Estrasse dalla tasca della giacca un pacchetto di MS bionde e le porse ad Alfredo, che annuncio': -Finalmente qualcosa che merita di essere fumato.
-Come puoi fumare questa robaccia lo sai solo tu.
-Me l'hanno detto in molti, la' dentro...
-Si, lo so...
Alfredo si sentiva un po' intontito: era difficile rendersi conto che i suoi ultimi tre mesi di vita erano trascorsi davanti praticamente a tutta la popolazione italiana.
Tornarono dentro, e mentre Alfredo seguiva distrattamente il contenitore sportivo, il giovane lesse con calma quanto aveva gia' scritto sul portatile, poi i due rimasero in silenzio a seguire per quasi un'ora lo speciale in cui tutto lo staff della trasmissione parlava di come erano andate le cose sino agli ultimi giorni.
Poi verso la parte finale dello speciale apparvero le interviste registrate durante la giornata: per primo Joseph, all'uscita dall'ospedale. Era semplicemente imbufalito con Alfredo per via di questa improvvisa interruzione.
-Mah, forse avrebbe meritato lui di vincere, e' un ragazzo spigliato, ma molto piu' tranquillo e intelligen...
La frase di Alfredo gli si congelo' in bocca, mentre la telecamera adesso trovava Anna, ancora distesa sul suo letto d'ospedale, impegnata a singhiozzare molto rumorosamente e molto spettacolarmente, mentre l'inquadratura che cercava di non essere troppo invadente si soffermava piuttosto sui mazzi di fiori che facevano capolino sul davanzale della finestra, o sull'orsacchiotto di peluche beige seduto sorridente sul comodino accanto al letto. Il giovane commento': -I fiori? E l'orsacchiotto? E chi glieli ha portati 'sti regali se la tengono sotto stretta sorveglianza?
Anna era disperata dalla caduta della trasmissione, dal fatto che questo avrebbe provocato danni alla sua carriera che sognava nel cinema, da come si sentiva un fallimento su tutti i fronti... e di questo ne spiegava ogni punto faticando fra mille singhiozzi.
Alfredo sbotto' e comincio' a intercalare: -Ma sentila, sentitela quella bambina!... Ma e' ridicolo... E' puerile... Oh, che peccato, alla povera bella bambina e' scoppiato il palloncino... Ma chi se ne frega!
All'improvviso usci' dalla stanza, incazzato come una iena, e si butto' avidamente sul pacchetto di MS che gli aveva portato il giovane poco prima; da una parte aveva bisogno di scaricare la tensione nervosa che aveva accumulato in quasi cento giorni di trasmissione nella quale aveva dovuto fingere, dall'altra perche' sapeva quanta altra finzione c'era tutto intorno alla trasmissione.
Alle 23 il giovane parti' da Cadine in direzione di uno di quei luoghi, ignoti ad Alfredo, da cui sarebbe partito il messaggio per il Blog. Ma il piu' era fatto: ora poteva andare a dormire tranquillo: l'indomani sarebbe stato il momento di contrastare le negazioni della produzione esecutiva per mezzo di un filmato da preparare e mettere su youtube.
La mattina la reazione giunse. Nervosa per quanto possibile, ma era stata ripresa da molti giornali, e non solo. Molti Blog riportavano il messaggio.
"Mi chiamo Alfredo Sarini, sono nato a Roma ventisei anni fa e sono uno studente di sociologia fuori corso all'Universita' 'La Sapienza' di Roma. Sono stato un concorrente dell'attuale edizione del programma televisivo 'Grande Fratello', ma sono fuggito la notte tra domenica e lunedi', a solo tre giorni dalla fine del programma e dall'annuncio del vincitore dell'edizione. L'ho fatto per vari motivi, e questo messaggio serve a svelare molte verita'. Anzitutto sono un attivista del Movimento per la Liberalizzazione dell'Informazione, e in questo frangente sono conosciuto con il nome di Luther Blissett, come molti altri attivisti non solo di questo movimento. Sono stato selezionato per partecipare a questa edizione del 'Grande Fratello' circa cinque mesi fa. Durante uno dei provini, ad una pausa mentre ero in bagno, ho sentito casualmente due persone della produzione che parlavano del programma. Li ho seguiti di nascosto ed ho scoperto che tutto il programma e' una finzione. Degli altri due finalisti, voglio parlarvi di Anna. Anna Lombardi in realta' e' un nome falso: il suo vero nome e' Federica (ne ignoro il cognome) ed e' un'attrice teatrale che e' stata scelta per fare la macchietta nella Casa. Lo schema delle nomination e il vincitore sono stati decisi sin dall'inizio: ero io destinato a vincere questa edizione. Per pilotare le nomination il trucco era molto semplice: tutti quanti avrete notato l'ipocrisia con cui molti giocatori dopo aver promesso al gruppo che avrebbero nominato una persona ne hanno nominata, nel confessionale, un'altra. Facile: sotto la telecamera del confessionale c'era un monitor. Ogni volta che entravamo in confessionale, prima di esprimere le nostre opinioni o altre situazioni del genere, leggevamo sul monitor le novita' che sarebbero seguite nei giorni successivi, o semplicemente il nome della persona da nominare. Ignoro se anche Joseph sia stato preso come macchietta o attore, anche se mi ha sempre dato l'impressione di essere all'oscuro di tutto: d'altronde anche io ufficialmente non sapevo nulla. Sono fuggito per far sapere a tutti che lo scopo di questo programma e' diventato ormai solo quello di fare audience, di 'vendere', e soprattutto di guadagnare lucrando sui servizi automatici di televoto, che sono stati bellamente ignorati sin dall'inizio. Piu' volte ho sentito, mentre buttavo la spazzatura, di operatori del programma usciti a fumare una sigaretta che gongolavano per i guadagni di quel sistema di televoto. Ma sin dall'inizio conoscevo l'ordine delle persone che sarebbero state nominate, e delle esclusioni. Era necessario che aspettassi il momento propizio per smontare questa realta', e ora posso dire a tutti quanti come stanno veramente le cose. Sta a voi decidere se credermi o meno, ma sappiate una cosa: quello che io sto dicendo e' solo la verita', niente di piu' e niente di meno. Io sono nascosto in una localita' segreta e sara' inutile cercare di rintracciarmi usando i dati di accesso al portale: uso dati registrati da un ignaro prestanome e mi connetto usando Tor e Privoxy: ogni volta che passo sul portale del blog lo faccio da una parte qualsiasi del globo, in maniera anonima. Mi sto nascondendo in un luogo sicuro e saro' costretto a restare nascosto ancora per qualche giorno, finche' la gente della produzione non avra' smesso di cercarmi."Dopo le prime prese di posizione della produzione, che nego' categoricamente si trattasse delle parole di Alfredo, ai commenti segui' un video su youtube, in cui apparivano solo alcune fotografie tratte da momenti della trasmissione, altre scattate dal Movimento prima dell'ingresso di Alfredo alla trasmissione, ed una foto rubata sul furgone poco prima che si cambiasse per celare la sua identita'. Non erano tanto le immagini a lasciar trasparire qualcosa (d'altronde, per mantenere nascosta la sua identita' non poteva mostrarsi in video con i capelli corti e il pizzetto: qualcuno di sicuro l'avrebbe riconosciuto), ma piuttosto la sua voce, fuori campo, che leggeva il proclama pubblicato su alcuni Blog e subito diffuso dagli altri blogger grazie ad un pesante tam-tam mediatico, che aveva trovato spazio soprattutto in quei luoghi in cui si criticavano spesso reality di bassa lega quale era considerato a buon titolo proprio il 'Grande Fratello'.
La mattina successiva, martedi', qualcosa si mosse.
Era ormai nell'aria, e molti telegiornali locali e nazionali si erano tuffati a pesce sulla ghiotta notizia di gossip. C'era chi giurava di aver incontrato Alfredo nei posti piu' impensabili d'Italia ed esteri, non mancavano analisi tecniche sui messaggi, nonche' tentativi di discreditare il messaggio da parte di chi non aveva avuto visione del video-audio-messaggio su youtube, ma per la prima meta' della mattinata l'Italia non parlava d'altro, ed ormai il video stesso aveva fatto il giro del mondo.
E piu' del messaggio, le notizie citate fecero scalpore: Anna fu smascherata quasi subito da diversi giornalisti che avevano ripescato sia vecchi compagni di teatro che vecchi filmati in cui la giovane attrice, tale Federica Carlini, aveva recitato prima di questa avventura al Grande Fratello.
La segretaria d'edizione, raggiunta telefonicamente da una redazione telegiornalistica nazionale, dapprima nego' di sapere dei fatti e annuncio' di riservare una querela nei confronti della giovane per aver partecipato dopo aver fornito dati falsi, tuttavia quando anche Federica-Anna si fece intervistare con il solito tono singhiozzante sugli imbrogli a cui era stata convinta dalla redazione, e soprattutto quando diverse redazioni di "controcultura" smascherarono alcune stranezze a cui si era assistito non solo in quest'ultima, ma in molte delle passate edizioni della trasmissione, stranezze che trovavano chiara spiegazione in quelle che erano state definite "Le farneticanti dichiarazioni di un criminale che cercava solo fama personale" (Alfredo si sentiva onorato da questa definizione, e nel pomeriggio durante una riunione con gli altri amici del Movimento, giunti nel frattempo da Roma, si presento' esordendo con: "Signore e signori, ecco a voi Alfredo Sarini: un criminale che cerca fama personale attraverso dichiarazioni farneticanti!"), e soprattutto dopo che diversi spettatori inferociti avevano cominciato a chiamare dappertutto per avere notizie, soprattutto riguardo alla presunta truffa del televoto, la situazione comincio' a sfuggire di mano all'editore.
Alle 18 in punto in un'edizione straordinaria del telegionale del canale su cui andava in onda il programma, apparve il direttore di emittente ad annunciare la sospensione delle selezioni per la prossima edizione del Grande Fratello, e l'avviamento di un'indagine interna per accertare delle presunte irregolarita' nella gestione del programma. Alle 18:30 su un'altra rete nazionale un'altra edizione straordinaria annuncio' invece l'irruzione della Guardia di Finanza sia presso gli uffici editoriali della casa di produzione del programma, che nel teatro di posa di Cinecitta', ivi compreso l'ingresso nella Casa e l'acquisizione di documentazione su richiesta di diversi magistrati, con le ipotesi di reato di truffa aggravata a danno dei telespettatori, comprese anche ipotesi di falso ideologico, appropriazione indebita ed altri reati.
Nello stesso frangente le associazioni dei consumatori italiane invitavano, dagli schermi dei vari telegiornali, ad avviare una class-action per il recupero dei soldi spesi per il televoto.
Alle 19 circa il direttore d'emittente annuncio' le sue dimissioni, seguito a ruota dall'editore del programma; nel frattempo un'inchiesta stava partendo anche nei confronti della societa' che aveva fornito le numerazioni per il televoto, di cui dapprima l'amministratore delegato annuncio' la sospensione dei pagamenti verso la produzione editoriale, poi la sospensione della richiesta di pagamento verso le societa' di telefonia degli utenti, per poi dimettersi quando, dopo una decina di minuti, una serie di avvisi di garanzia annunciava l'avviamento di indagini specifiche anche nei suoi confronti e di quelli della societa' suddetta.
Alle 21, mentre Alfredo ed altre otto persone del Movimento erano sedute a tavola, il tg nazionale annuncio' che il produttore aveva fatto le sue prime ammissioni. Vigeva molta felicita' intorno al tavolo e, quando comparve una bottiglia di Muller Thurgau con cui brindare alla riuscita dell'operazione, giunse anche la notizia che altre ammissioni venivano tutto intorno: molte teste sarebbero cadute e, soprattutto, era stato sollevato quel polverone che il Movimento voleva si sollevasse.
La mattina successiva comincio' la seconda fase dell'operazione. Due persone di corporatura e pettinatura simili all'Alfredo della Casa, si diressero ad orari differenti alla biblioteca comunale di via Roma, per usare la connessione ad internet wi-fi del Comune di Trento; successivamente piu' tardi anche Alfredo scese in biblioteca, e si collego' anch'egli per lanciare l'ultimo messaggio:
"Lo scopo ultimo del Movimento per la Liberalizzazione dell'Informazione era quello di sollevare il coperchio del calderone in cui una casta di pochi lobbisti fanno bassi investimenti che portano a lauti guadagni alle spalle della gente che dovrebbe trovare nella televisione quel meccanismo di diffusione della cultura con potenzialita' certamente nobili, quale e' stata l'invenzione della stampa a caratteri mobili. Non smetteremo mai di vigilare e colpire alla base tutti questi fenomeni di costume che sembrano nascere invece con lo scopo di cancellare anche quel minimo di cultura e di cervello che era rimasto al 'popolino' per riempirgli la mente di tv spazzatura fino al fondo. Sono stato mezzo di diffusione di questo messaggio, e di questo ne sono e ne saro' sempre fiero negli anni, perche' ho dimostrato che il mio nome riuscira' a finire sui libri di storia pur non avendo vinto un Grande Fratello."Il messaggio venne inviato apposta dalla biblioteca: in men che non si dica, mentre tutti quanti aspettavano, giunsero diversi agenti di polizia dentro la biblioteca a cercare Alfredo, ma egli, gongolante della sua nuova identita' si limito' a chiudere il pc portatile, restituire "Praticamente innoquo" di Douglas Adams al banco, e avvicinarsi all'uscita mentre due agenti stavano interrogando un suo "sosia" che anch'egli sosteneva la causa di essere un fan sfegatato del vero Alfredo, e che voleva imitarne le fattezze, gli abiti, la pettinatura e gli occhiali.
Si avvicino' alla porta, quando un agente di polizia che stava controllando i documenti di tutte le persone che uscivano gli fece un cenno. Alfredo, senza scomporsi infilo' una mano nella tasca del loden e ne estrasse un documento americano, che porse all'agente: Luther Blissett, nato a Londra (da madre italiana e padre americano), cittadino naturalizzato italiano se pur residente negli Stati Uniti, a Orlando - Florida, al numero 1492 di Bear Island Road. Alfredo sfoggio' nuovamente il suo italiano molto stentato e spiccatamente americaneggiante: -Che succede, officiale?
L'agente fece un sorriso, porgendogli indietro il documento e disse molto lentamente: -Sembra che abbiamo trovato una delle persone coinvolte nello scandalo del Grande Fratello, la trasmissione televisiva, e il giudice deve interrogarlo.
-Ah, well, non ho seguito molto questa... ehm... fact, ma penso che sia molto interessanthe, comunque grazie, officiale, arriveddersci.
-Di nulla, dovere signore, arrivederci e buona permanenza in Italia.
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