[lo ammetto: è molto lungo. Mi è successo un bel po' di tempo fa. Spero di riuscire a condividere le sensazioni che ho provato anche io (-: ]
Periodo natalizio. Sono stanco. Stanchissimo. Praticamente cotto.Sono arrivato a casa da un bel pezzo. Ho mangiato poco e male, perché nonostante la voglia di cucinare, il mal di testa e un principio di mal di stomaco mi hanno fatto puntare piuttosto a un po' di tortiglioni al burro e formaggio grana, seguito da un filetto di petto di pollo scondito alla griglia, e un po' di insalata. Sono riuscito solo a spiluccare un po'.
Avevo acceso la TV, tanto per seguire almeno un pezzo di telegiornale, ma l'ho spenta dopo qualche minuto, rendendomi conto che ogni consonante pronunciata dal giornalista mi scoppiava nel cervello come una mina.
Cerco di rilassarmi, nella prima fase dopo cena, ma dopo aver lavato i piatti il mal di testa è rimasto identico, tanto che mi convinco a prendere un'aspirina e cercare il relax davanti a un buon libro. La cosa sembra funzionare, perché dopo una mezzoretta buona mi ritrovo persino davanti al computer con una voglia non eccessiva ma sufficiente, e riesco a stilare un paio di documenti e a scrivere qualcosa sul Blog, oltre a controllare con calma la posta elettronica (operazione che di solito demando alla mattina alle sei).
Poi comunque è la stanchezza quella che mi guida, per cui spengo il computer e mi dilungo sul letto; l'idea sarebbe quella di leggere qualcosa prima di spegnere la luce, ma non appena mi ritrovo un libercolo in mano, lo poggio subito sul comodino sentendo che il cerchio alla testa l'aspirina me lo ha di certo attenuato, ma non fatto passare del tutto, per cui decido che è il caso di spegnere la luce e amen.
Vicino al comodino, accanto al cuscino, è seduto Philippe, mentre Gerhard sta dormendo sotto la coperta, per cui lo sposto delicatamente accanto al cuscino, mentre tengo Philippe in braccio; abbraccio il cucciolo e spengo la abat-jour, cominciando a sentire anche il disagio di una giornata lavorativa non esattamente eccezionale. Ho avuto troppe interruzioni, ho avuto discussioni con colleghi, clienti, familiari... gli stringo forte una zampina con la mano destra, poi comincio ad accarezzarlo cercando di portare la mia mente lontana dalla giornata che è appena trascorsa.
Passiamo così almeno una ventina di minuti (durante la quale nonostante cercassi di rilassarmi pensando ad altro, una buona decina di volte mi sono tornati in mente i clienti o colleghi della giornata appena trascorsa, e in questo frangente ritengo decisamente di averlo stritolato un po'). Dopo appunto quella ventina di minuti (non è molto tardi, saranno appena le 23) decido che ho bisogno di rilassarmi molto di più; la fase di dormiveglia si avvicina, e in queste serate così sfiancanti talvolta mi aiuta giocare con la mia mente, con la mia fantasia, cercando di guidare il mio intelletto lungo il percorso di un sogno lucido.
Mi appoggio meglio lungo la parete laterale al letto, e sento il calore dell'orsacchiotto a contatto del torace. Sorrido e cerco di focalizzare la mia mente su un punto.
Di solito mi serve poco per cominciare questo ciclo, ma questa volta (complice la stanchezza e, pertanto, la fase di dormiveglia più veloce) non riesco a fare il primo passo.
Faccio un respiro profondo, provo a stiracchiarmi un po', notando un palese intorpidimento che dovrebbe presagire l'ingresso in una fase di sonno più profondo. Quindi cerco di nuovo di focalizzare la mia mente su un punto, ma a questo punto il punto che mi fa capolino è "domani mattina andrà peggio".
Perdo il sorriso, faccio un altro respiro profondo. La camera da letto è immersa nella più cupa oscurità, la mia mente anche. Sento i muscoli sempre più intorpiditi, e comincio a non sentire le gambe. Comincio ad avere paura, ma improvvisamente in questa profonda oscurità intravedo la luce: "Lucky mi saprà aiutare!".
Non accendo neanche la luce: allungo il braccio verso l'alto e pesco dalla mensola il piccolo Lucky, posizionadovi gentilmente Philippe, a cui accarezzo fugacemente la testa ripensando a quanto l'ho massacrato fino a quel momento; mi posiziono ancora una volta sul fianco, col nuovo orsacchiotto fra me e il muro. Passo i minuti successivi cercando una posizione comoda, a un certo punto ho la sensazione del nasino freddo del pupazzo sulla mia fronte.
Io: "Lucky. Sai che sono un giocherellone, ma questa volta ho bisogno di aiuto. Questa volta ho paura: non riesco a rilassarmi e so che se vado avanti così passerò una notte costellata da incubi"
Lu: "Non scherzare. Sai bene che quando ti stiamo tutti vicino, nessuno spirito maligno riesce a passare..."
Io: "Sì, lo so. E ho scelto te per farmi compagnia stanotte perché sei uno dei miei cuccioli di cui mi fido di più per fare i proverbiali sogni d'oro, ma stavolta è diverso. Io ho veramente paura, e ti voglio chiedere un grandissimo favore."
Lu: "Rilassati. Sei ormai prossimo alla fase di sonno profondo [e lo so: non perché sto parlando con l'orsetto, ma più che altro perché mi risponde! (-: ndG], e conosci qualche trucco per poter guidare i tuoi sogni. Io ti sono vicino."
Io: "Naturalmente. E di questo ti ringrazio. Ma ti ripeto: io stasera ho veramente paura, ed ho bisogno di sicurezza. Ti prego, stanotte non dormire: rimarresti sveglio a fare la guardia? Mi sentirei molto meglio."
Sento qualche istante di silenzio, e sto per riprendere la parola, ma di nuovo giunge una risposta.
Lu: "Sai bene che noi orsacchiotti dovremmo SEMPRE restare svegli e vigilare sul sonno del nostro padroncino, e sai anche che sei stato tu a darci il permesso di dormire, sapendo che comunque gli spiriti maligni hanno una fifa maledetta di noi. Rilassati e non aver paura: sì, rimarrò sveglio. Anzi rimarremo svegli tutti quanti, e faremo buona guardia. Ora porta la tua mente a focalizzarsi su un punto."
Io: "Ci sto provando, ma non riesco a trovare un punto d'inizio..."
Lucky mi interrompe, ma in realtà l'idea viene contemporaneamente ad entrambi.
Lu: "Un lago. Comincia da quello, e vediamo dove andiamo a finire."
E lo faccio. Visualizzo un lago nella mia mente, e sento il torpore che si sta prendendo tutto il mio corpo e la mia mente, ma lascio intanto che la mia fantasia navighi sopra un immenso lago, come a volo di deltaplano.
Ma la cosa si ferma lì. Allora ripenso al Lago di Terlago, vicino casa; al bar, al gelato buonissimo, al minigolf dove andavo sempre da piccolo...
Non ne sono molto convinto, ma qualcosa si muove. Se prima vedevo solo una barchetta in mezzo al lago, improvvisamente la mia visione si sposta a bordo di un'auto, mentre percorro un lungolago; mi da l'idea della gardesana, ma a tratti somiglia piuttosto al circondario di Caldonazzo.
Il cielo sta tramontando, intravedo delle luci lungo la sponda opposta del lago, che saranno dei paesini, e nel frattempo entro in un paese (in realtà appare come un agglomerato di case, non c'è neppure un nome), sulla sponda che sembrerebbe dover portare a Calceranica.
Dopo un centinaio di metri, mi fermo a un bar. Scendo dall'auto per prendere un caffettino, e finalmente mi rendo conto che sul sedile anteriore, accanto a me, è seduto Lucky. Con la cintura di sicurezza allacciata [bravo il mio cucciolotto! ((-: ]; l'auto è una station-wagon grigio metallizzato (non la identifico bene, mi sembra una Renaul Laguna SW nuova serie). Mentre chiudo lo sportello l'orsetto si gira e mi sorride, per cui non chiudo a chiave e mi dirigo nel locale.
Chiedo solo un caffè, senza specificare nulla, ma la signorina in pochi istanti mi mette sul banco un bicchierino con la perfetta misura del mio amato caffè ristrettissimo. Ed è buono, non c'è che dire.
Sorbisco il caffè lentamente, poi mi guardo intorno. Il locale è deserto, c'è una radio accesa che manda il coro di "The promise you made" di Cock Robin; la ragazza al banco è rilassata mentre sta lavando dei bicchieri. Mi infilo una mano in tasca e trovo una moneta (forse un euro), che metto sul bancone allontanandomi lentamente, senza neppure aspettare resto, scontrino o altro. Nell'altra tasca dei pantaloni trovo un pacchetto di MS Club sgualcito, da cui estraggo una sigaretta scafazzata e storta (la famosa sigaretta alla Jigen) e comincio a rigirarmela tra le mani mentre supero la porta e mi avvicino all'auto.
Mi siedo a lato del cofano, e mi giro a guardare la spiaggia, alle spalle del bar, a pochi passi. Poi mi allontano proprio in direzione del lago stesso e mi avvicino al ghiaietto artificiale con cui si delinea una specie di spiaggia, separata dalla strada dal guard-rail e da alcuni alberi e un po' di praticello. Rimango affascinato dalle luci del paese lontano mentre ormai il tramonto è quasi del tutto completato e il cielo si fa sempre più scuro; rimango letteralmente ipnotizzato dallo sciabordio dell'acqua del lago, dal rumore delle sparute onde che si infrangono con delicatezza un paio di metri avanti a me, o dalla risacca che le sposta indietro.
Mi sposto sulla sinistra di un paio di metri, e mi avvicino ad un piccolo frassino ben curato che fa capolino dalla ghiaia. Mi siedo per terra, e appoggio la schiena al tronco della pianta; un rumore alla mia destra attira la mia attenzione: è lo sportello della (mia) auto che si richiude. Lucky si sta avvicinando lentamente, ma quella che intravedo è solo la sua ombra proiettata dai faretti esterni al bar. Torno a guardare il lago. Ormai il cielo è quasi del tutto scuro; metto la sigaretta in bocca mentre l'orsetto mi supera e si siede alla mia sinistra, a circa un metro di distanza. Infilo una mano nella tasca del gilet e prendo l'accendino, poi punto alla sigaretta e l'accendo. Mentre aspiro la prima boccata una lieve brezza sul lago mi viene incontro, e fa oscillare le foglie del frassino, in un rumore soffice e inebriante.
Rimango così per diversi minuti, fumando silenziosamente la sigaretta. Poi con un colpo deciso la getto in direzione del lago, osservando la sua brace che rotea lentamente fino a spegnersi sul filo dell'acqua. Un altro colpo di brezza scuote le foglie e una sensazione fresca alle braccia, alla faccia e al torace mi sferza. Alzo le ginocchia e faccio un respiro profondo, cercando di far entrare quelle sensazioni fino a dentro i miei polmoni, in un movimento che appare ben più piacevole del fumo della sigaretta. Guardo alla mia sinistra verso Lucky, che nell'oscurità ormai quasi totale appare come un fagottino sull'erba poco discosto da me. Sta guardando il cielo; sorrido e alzo lo sguardo anche io. In cielo ci sono stelle poco luminose, ma riesco a trovare sul lato sinistro, davanti a me e basso sulla linea d'orizzonte, il Gran Carro che si staglia poco sopra le montagne sull'orizzonte. Allungo lo sguardo verso destra, in alto e quasi dietro di me, e intravedo negli ultimissimi sprazzi di luce che sparisce, anche la Cintura di Orione.
Un pensiero fugace: "praticamente ho la fascia centrale di passaggio delle Perseidi davanti al naso". Molto fugace, perché mentre sto facendo mentalmente questa considerazione, un piccolo bolide non molto luminoso si sposta lungo una linea obliqua dall'alto verso il basso.
Io: "Potrebbe essere una notte ideale per le stelle cadenti, lo sai?"
Lu: "Sì, ne ho già viste un paio non molto luminose, ma fra un po' andrà di certo meglio."
Rimaniamo così, uno accanto all'altro, per un tempo molto lungo. Continuo a scrutare il cielo, e più volte abbiamo intravisto delle belle scie luminose. Dopo almeno un paio d'ore di osservazione la temperatura comincia a farsi più frizzante, per cui srotolo le maniche della camicia e mi abbottono i polsi, poi pesco un'altra sigaretta.
Lu: "Fammi sapere quando hai finito di impuzzolentire la serata, che fa freschino ed ho voglia di starti un po' più accanto."
Stiamo guardando entrambi il cielo. Non mi giro verso di lui mentre gli rispondo.
Io: "Ehm... se me lo dicevi prima non me la sarei neppure accesa..."
Lu: "Non ti preoccupare. Per ora fuma tranqui... WOW!"
Io: "BELLISSIMA!"
Una scia luminosissima e quasi orizzontale taglia in due il cielo da destra a sinistra, sgretolandosi come la scia di un fuoco artificiale. Ho la sigaretta in mano ma sono quasi tentato persino di applaudire. (-: E ce la siamo vista dall'inizio alla fine...
Passano ancora altri minuti [direi almeno mezz'ora. Sento l'orologio al polso ma non ho nessuna voglia di guardare l'ora; in realtà non mi chiedo (né mi interessa saperlo) neppure se sto sognando o sono sveglio]; Lucky si avvicina e mi si siede sulla pancia. La prima sensazione è fresca come la brezzolina che ci sferza entrambi a ondate di pochi istanti ogni decina di minuti, successivamente diventa calda e rilassante. Lo cingo col braccio sinistro e comincio ad accarezzargli delicatamente il fianco, mentre rimaniamo entrambi in silenzio ad osservare il cielo, e le stelle cadenti che lo attraversano. Qualcuna poco luminosa, qualcuna più luminosa e che percorre una tratta più lunga.
A un certo punto guardo sulla mia destra, in direzione del bar. Le luci esterne sono sempre accese (ma appaiono un po' più fievoli di quando sono arrivato), mentre dall'interno continua a filtrare la luce accesa, ma nessun rumore e una sensazione lontana di musica che viene dalla radio. Non ci ho fatto molto caso, e neanche si sente tanto bene, ma in qualche modo mi ricorda "Shine a little love" degli ELO... [cavoli, sono brani che non sento dai tempi delle calende greche! Hanno fatto parte della mia infanzia (-: ndG]; vicino al bar c'è l'auto parcheggiata. Silenzio. Non un'altra auto, non una persona, non il verso di qualche animale notturno.
Riporto la mia attenzione su Lucky, che mi sta seduto sulle gambe e guarda il cielo con un espressione molto soddisfatta. Gli sorrido e solletico debolmente il pancino, poi alzo di nuovo lo sguardo in direzione della sponda opposta del lago, notando che le case illuminate sono sempre di meno (quasi rimangono solo le luci stradali). Proprio in questo frangente improvvisamente un'auto ci passa alle spalle, sulla stessa strada del bar, ma non si ferma e continua allontanandosi. In realtà non vedo l'auto, ma solo i fari che si riflettono sull'acqua del lago, e la sensazione di un motore diesel common-rail in marcia non eccessivamente vivace.
Dopo qualche istante in cui il rumore dell'auto è ormai sparito, coperto dal rilassante rumore del lago e delle foglie, abbasso di nuovo la testa verso l'orsetto.
Io: "Torniamo a casa? Sei stanco?"
Lu: "Ormai tanto vale che aspettiamo, no?"
Io: "Aspettiamo cos...?"
La mia frase si interrompe mentre un lampo azzurrognolo breve e molto luminoso illumina per un brevissimo istante tutto il circondario, come il flash di una gigantesca macchina fotografica. Giro lo sguardo verso le sponde del lago, poi lo alzo al cielo, sul lato destro, ma vedo solo le stelle, porto lentamente lo sguardo verso sinistra, mentre il vento si alza nuovamente. Non capisco cosa sia stato, mentre Lucky velocemente si trova una posizione un po' più comoda e poi, tranquillo, commenta.
Lu: "Sta cominciando..."
Abbasso di nuovo lo sguardo verso l'orsetto che ho seduto praticamente in braccio.
Io: "Cosa? Un temporale? Ma se non c'è una nuvo..."
Una luce, giallognola e molto luminosa lo illumina.
Illumina tutto quanto: pare quasi giorno.
Il cucciolo alza lo sguardo, soddisfatto. Giro la testa verso la direzione in cui guardava, e inquadro il gigantesco fuoco artificiale che si sta aprendo sul lago, a poche centinaia di metri da dove ci troviamo, mentre il colpo secco di questa prima apertura scuote il terreno e il frassino, ripetuto dall'eco delle montagne alle nostre spalle.
Io: "Eh? Ah, però!"
Gli solletico di nuovo la pancia, poi mi metto comodo, ed entrambi seguiamo i diversi minuti di fuochi artificiali sul lago. Le stelle cadenti continuano, e mi ritornano in mente i giri pirotecnici a Cisternazza, con fuochi d'artificio sulla linea di cinque o sei paesi, e le stelle cadenti in mezzo. Mentre il cielo si illumina degli ultimi fuochi, sento la zampina di Lucky che mi tocca il braccio sinistro, e abbasso lo sguardo verso di lui.
Lu: "Direi che ormai è ora di andare..."
Io: "Ok."
Mi alzo, tenendo il cucciolo in braccio, e mentre l'ultimo botto si smorza nella vallata, mi giro in direzione del bar e dell'auto. Il locale è chiuso, solo i faretti esterni sono accesi, ma non ho fatto caso a qualcuno che andasse via. Raggiungiamo l'auto e saliamo, poi metto in moto (sì, è una Renault: freno e "Start/Stop").
Lu: "Vuoi tornare subito a casa?"
Io: "Non lo so. Ti va di fare un piccolo giretto, prima?"
Lu: "Sì. Una passeggiata ci vuole..."
Riparto, e continuo il giro oltrepassando il paese [ho ingranato la retro, poi ripartendo ho portato pomello in avanti, ma a questo punto mi limito a guidare senza più toccare la leva... decisamente una Laguna col cambio automatico... (-: ]. L'oscurità è ormai la nostra compagna, e lentamente uscendo dal paese ci dirigiamo lungo strade che non portano più a nulla, se non a paesaggi che si stagliano nell'oscurità del cielo.
Dopo alcuni minuti che siamo in viaggio, apro il finestrino e mi lascio sferzare un po' dall'aria fresca che viene dall'oscurità.
Poi rallento, e prendo una strada laterale sulla sinistra, inerpicandomi lungo una salita tortuosa, che dopo alcuni minuti ci porta in quota in un luogo molto panoramico. Scendo dall'auto, mentre Lucky abbassa il finestrino e si affaccia dallo sportello. È una notte senza luna, per cui in realtà il panorama è un oscuro stagliarsi dei confini delle dolomiti sul cielo stellato, con qualche sparuta luce stradale o di piccoli agglomerati di casette in basso. Tutto quanto mi da un'impressione molto rilassante; mi avvicino allo sportello del lato passeggero e do un'arruffatina alla testa dell'orsetto.
Io: "Più di venti minuti di fuochi d'artificio e non hai fatto una piega. Invece se piove al primo tuono ti vai a nascondere, vero?"
Lu: "Non lo so, ero troppo rilassato per dire qualcosa. E poi, tanto, mi coccolavi lo stesso..."
Io: "Lo so io, lo so... Tu te ne approfitti perché sai che non ti direi mai nulla! Secondo me manco dei tuoni hai paura, guarda..."
Tiro un respiro profondo, poi mi infilo una mano in tasca e ne estraggo l'accendino, che comincio a rigirarmi fra le dita della mano. Avrei voglia di una sigaretta ma per ora salto, lasciandomi invece inebriare dal leggero vento fresco in quota. Continuo a guardare il cielo stellato, anche se adesso non intravedo più stelle cadenti.
Lu: "Direi che è ora..."
Io: "Di tornare? No, dai, rimaniamo qui ancora un po'."
Mi inginocchio accanto allo sportello e mi porto all'altezza del musetto di Lucky, che mi sorride.
Lu: "No, non di tornare, di svegliarsi..."
Sorrido.
Stendo il braccio destro e abbraccio Lucky, poi mi avvicino allo sportello e chiudo gli occhi.
La sensazione della mia posizione cambia. Quando riapro gli occhi sono sul mio letto. Impiego qualche istante prima di mettere a fuoco la proiezione dell'ora: mancano pochi minuti alle cinque di mattina.
Sento ancora il calore di Lucky contro il petto.
Io: "Grazie, Lucky. Mi ci voleva proprio."
Faccio un respiro profondo. Qualcuno mi ha risposto chiaramente "Figurati", o me lo sono immaginato? L'altra volta è stato diverso: questa volta sono sufficientemente sicuro di essermelo immaginato. Ma questa volta, mentre accendo la luce e disattivo l'allarme della sveglietta che suonerà di lì a un quarto d'ora, sento anche gli occhi umidi. Ho scaricato spesso la mia tensione nervosa su un pupazzo di peluche, ma questa è una di quelle rare occasioni in cui un orsacchiotto non mi aiutato soltanto a scaricare la tensione, e sento un profondo senso di gratitudine.
Prima di alzarmi e fare la doccia raccolgo le idee e prendo tutti gli appunti che mi servono per ricordarmi di questa storia, ma poi li accantono: non so se me la sento di raccontare questa cosa sul blog [all'epoca non avevo ancora deciso l'apertura delle Pagine Oscure], e sebbene mi piaccia molto raccontare dei miei sogni più particolari, questo lo vivo come un momento un po' più particolare.
Qualche giorno fa ho ritrovato, nel vecchio bloc notes, gli appunti.
Questa è una cosa che faccio sempre: dormo con un blocco e una penna nel cassetto del comodino, sempre a portata di mano e pronti a cogliere le prime impressioni e tutti i ricordi che ho a mente fresca, appena svegliato [ed è un gioco che vi consiglio, se volete imparare anche voi a ricordare meglio i vostri sogni e a scoprire quali idee meravigliose è in grado di partorire il vostro subconscio (-: ], e mentre lo scorro prima di decidere se è il caso di buttarlo via, trovo proprio gli appunti di questo sogno.
Alla fine ho deciso di non buttarlo via. Ho deciso di cercare di ricordare le sensazioni, i momenti, i passaggi. Ma soprattutto ho deciso di rendere tutti voi partecipi di questa mia elucubrazione; c'è chi sogna di volare, chi di essere un mago, un eroe coraggioso: io, come tutti voi ben sapete, lascio che la mia tensione nervosa si scarichi sui miei orsetti di peluche, ed essendo spesso proprio loro il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi, portano il mio subconscio a situazioni del genere.
Ho imparato, nel tempo, a vivere in un certo modo la mia vita "onirica", soprattutto con la pratica dell'esercizio del sogno lucido (che faccio da lunghissimo tempo, sappiatelo. Parliamo di poco prima del 2003...), ma soprattutto ho imparato a non lasciarmi condizionare dai miei sogni nella vita reale, e ad usarli come profonda valvola di sfogo.
Soprattutto, come avrete notato, mi diverto moltissimo a farlo... ((((-:
2 commenti:
Ho letto tutto con molto piacere. Davvero molto dettagliato e, devo dire, che i link su youtube dei pezzi ascoltati in sogno sono un fiore all'occhiello.
Ascoltandoli durante la lettura mi sono immerso nel tuo sogno :)
Vedi, la cosa divertente è che quando ho rivisto gli appunti, avevo scritto il titolo del brano "The promise you made" perché me lo ricordavo, mentre riguardo l'altro brano (degli Electric Light Orchestra), non avevo specifica idea di quale fosse, per cui sono andato per memoria, fischiettando il brano un po' in giro, poi ho ricordato una vecchissima cassetta in cui lo avevo, e alla fine l'ho pescato... (-:
PS: Si, hai ragione: ci stanno bene entrambi come colonna sonora, però ti consiglio di far partire "the promise you made" quando comincio a vedermi in macchina mentre guido sul lungolago... (-:
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