[Questo non è un racconto: *GIURO* che questo è realmente accaduto]
Inverno inoltrato, diciamo primi giorni di gennaio. Mia madre è a Trento, io sono solo a casa. Sono stanco, sono le 23:30 e ho appena finito di spolpare un libro giallo di Agatha Cristie. La mia collezione di orsacchiotti di peluche non è ancora molto ampia, ma i miei gesti sono già chiaro sintomo ed appannaggio di qualche serio problema esistenziale.Poso il libro sul comodino. Sono stanco e gli occhi mi danno fastidio (e poi, l'anno dopo, sono venuti gli occhiali...), per cui spengo la luce e mi giro sul fianco sinistro, stringendo fra le braccia Philippe. Nel farlo, meccanicamente come faccio tutte le sere, auguro la buona notte al giro di orsacchiotti di peluche intorno al letto fra comodino e mensola: "Buona notte ragazzi, sogni d'oro".
Una voce. Chiara. Cristallina, non molto forte e chiaramente dentro la mia stanza mi risponde: "Buona notte anche a te"
Zompo in piedi e riaccendo la luce. Mi guardo intorno. Guardo sotto il letto. Guardo tutti i pupazzi sulla mensola e sul comodino.
Chi mi ha risposto? Io un'idea me la sono fatta, comunque: sono convinto che mi abbia risposto Tasia.
Nessun altra voce mi ha risposto da allora, sebbene io tuttora auguri la buona notte ai miei cuccioli prima di addormentarmi.
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