[Potrei averlo sognato. Potrebbe essere stato un colpo di sonno, ma ciò non toglie il merito a Leonard]
Estate. Agosto, sabato notte. Sono stato in giro con un paio di amici a farmi una birretta dopo Mattarello, ora sto guidando in direzione di casa, a Cadine. Deve essere mezzanotte e mezza, sono stanco e mezzo assonnato.A Trento Sud prendo la tangenziale, per arrivare verso la Gardesana Occidentale saltando di passare in città. Dopo aver affrontato la rotonda all'ingresso sud di Trento, e mentre sto imboccando la corsia verso la zona Ghiaie, quasi meccanicamente dopo aver scalato di marcia allungo la mano in direzione di Leonard, per dargli una leggera grattatina al mento.
Un dolore incredibile all'indice destro, come se qualcosa me lo avesse preso sopra e sotto.
Come un morso.
Ritiro indietro la mano tirando un porcone, e contemporaneamente pianto un frenatone, spaventato: che mi abbia punto un'ape? Non credo di essere allergico, ma chi può saperlo? Ho la chiara impressione del dito umido, come se sanguinasse.
Sono ancora sulla rampa e ad una ventina di metri dall'uscita del complesso sportivo Ghiaie, ho appena lasciato metà dei copertoni a terra e sono fermo praticamente in mezzo alla strada, ma è un'attimo: una punto bianca si fionda fuori dal bivio di Ghiaie una frazione di secondo dopo, a tutta velocità.
L'autista guida come un pilota di formula uno, ma l'asfalto non lo aiuta e perde il controllo dell'auto, mancando di impattare contro il guard-rail di sinistra per un capello e un quarto. Poi accelera stridendo e va in avanti zigzagando pericolosamente, a chiaro sintomo che deve essere ubriaco come un bucaniere dopo una settimana di razzie e grog.
Stendo la mano destra davanti a me, mi guardo l'indice destro, che è perfetto e non riporta alcun segno, alcuna puntura né altro. E mi rendo conto che non mi fa più male. Metto la prima, riparto. Se non avessi frenato, quel cretino mi sarebbe finito sul sedile passeggero con tutta la macchina.
Ho detto "Grazie Leonard", ma per quella sera non mi sono azzardato a grattargli di nuovo il musino...
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