sabato 14 marzo 2009

Chi controlla il controllore?

Trento. Estate. Qualche anno fa.
A Trento i mezzi pubblici funzionano. Molto bene. Ci sono i parcheggi di scambio fuori città con gli autobus che passano continuamente. Ci sono i controlli per i biglietti. Molti controlli, e poche multe perché tutti pagano il biglietto.
Il biglietto integrato costava 90 centesimi e valeva 90 minuti. Poi, se uno deve spostarsi spesso coi mezzi pubblici, a 4 euro c'è anche il biglietto giornaliero.
Comincio la mia mattina in giro per luoghi vari. Alle 9 e qualcosa timbro il mio bel biglietto giornaliero e comincio a spostarmi per la città con il biglietto già obliterato (si oblitera solo la prima volta, e vale fino alla mezzanotte sulla tratta urbana, fino alle due di notte su quelle pendolari extraurbane.
Mezzogiorno. Prendo l'autobus per giungere alla stazione delle autocorriere e prendere la navetta verso il parcheggio di scambio. Devo fare un po' di strada perché sono relativamente decentrato. Sale il controllore. Sembra uno con la luna storta, ma non ci faccio caso. Sull'autobus ci sono una decina di persone.
Chiede i biglietti a tutti. Infilo la mano in tasca, prendo il biglietto giornaliero (quelli normali sono azzurri, quello giornaliero è identico ma color porpora) e glielo passo. Lo prende in mano, guarda la timbratura e mi dice solo un laconino: "no" guardandomi storto.
Io: "Eh? Come no? Ma se è un..."
Lui: "(interrompendomi) Ehi, furbetto: hai timbrato alle nove, ormai è scaduto!" e STRAPPA IN DUE IL BIGLIETTO.
Lo guardo.
Lui: "Documenti!"
Io: "... ha appena strappato un biglietto *giornaliero*, CRETINO!"
Mi guarda. Strabuzza gli occhi. Osserva i due pezzi di biglietto che ha ancora in mano. Impallidisce.
Lui: "Ah, scusami, io... veramente... l'orario"
Io: "(lo interrompo) Anzitutto mi dia del lei. Alla prima edicola vi fermate, e lei mi ricompra un bel biglietto giornaliero, lo timbra lei stesso e me lo da, perché ho ancora da girare in autobus oggi."
Lui: "Ma no... ma le firmo il biglietto, ma faccio una dichiarazione, ma eventualmente configuro gli antani con la supercazzora prematurata e confermo lo scappellamento quadratico con piega verso sinistra..."
Io: "Accanto alla prossima fermata c'è una tabaccheria, si muova!"
L'autobus si ferma. L'autista è diviso fra il prendere le difese del collega e ridere, e per ora propende alla seconda ipotesi soffocando risate chiaramente percettibili. Il tizio scende, ritorna dopo 30 secondi con un biglietto giornaliero in mano, mi guarda un po' stravolto, lo oblitera e me lo riconsegna. Fa per scendere dall'autobus.
Io: "Scusi!"
Lui: "Sì?"
Io: "Se non le dispiace, vorrei vedere il suo tesserino: dovrei segnarmi nome e numero di matricola"
Lui: "(diventa sardonico) E se io non avessi intenzione di darglieli?"
Io: "(metto la mano sinistra avanti, con la destra prendo il cellulare) Che problema c'è? Chiamo subito i carabinieri e vediamo se la possono arrestare direttamente per interruzione di pubblico servizio..."
Lui: "No, no... va bene, va bene..." ed estrae dalla tasca della giacca il tesserino, montato in un portatessera da agganciare al taschino. Poso il telefonino e prendo la penna, scrivo due appunti sul retro di un biglietto da visita, glielo porgo indietro e gli indico la mollettina del portatessera.
Io: "Questo, per la cronaca, è fatto per essere messo a vista, non tenuto in tasca."
Si aggancia il tesserino alla giacca, scende dall'autobus e fa un segno fra lo stizzito e il liberatorio in direzione dell'autista, che chiude le porte e riparte.
Io: "Ma roba da matti..."
L'autista mi fa: "Non gli faccia passare dei guai, che di certo non l'ha fatto apposta"
Io: "Tu non strappi il biglietto valido di un utente, perché non è per quello che ti pagano uno stipendio"

Mah. Mi ricorda una battuta di Beppe Grillo: siamo un popolo di approfittatori, di furbi. L'altro giorno a Roma sono salito sull'autobus. Da bravo cittadino ho timbrato il mio biglietto: DLIN/DLON. L'autista ha tirato una frenata: "CHE CA$$O E' STATO QUEL RUMORE???"

1 commenti:

Francesco ha detto...

Non ricordavo questa storia ... forse non me l'hai mai raccontata ... sconvolgente ... io al tuo posto non so cosa avrei fatto.

Ma poi, hai denunciato l'accaduto? O hai lasciato perdere?