venerdì 14 novembre 2008

Cronaca di un capodanno senza festa

Era il 31 dicembre, ero in vacanza e quella mattina intorno alle nove ero in giro con mio cugino, con la mia macchina, con l'idea di prendere un caffe' caldo (dato che aveva nevicato fino alla sera prima e c'era un freddo incredibile) e poi comprare il giornale e le sigarette prima di tornare a casa.
E' passato tanto tempo, ma ricordo ancora la scena come se ce l'avessi davanti: ero sulla porta della tabaccheria, che uscivo con le sigarette in tasca ed il giornale sotto il braccio, mentre mio cugino mi aspettava in macchina.
Dall'altra parte della strada c'erano due ragazzini; uno dei due teneva in mano una scatola bianca simile a quelle che torreggiavano a lato delle sigarette nella tabaccheria, mentre l'altro aveva nella mano sinistra una bustina di fiammiferi; la mano destra era libera dal guanto, ed arrossata dal freddo, e teneva in mano un grosso petardo giallo.
Fu un solo istante: il primo ragazzo sfrego' la capocchia del petardo contro la bustina di fiammiferi e allontano' la mano per lanciarlo in terra, ma subito ci fu un colpo secco e si alzo' una grossa nuvola di fumo.
E un urlo, e sangue.
Lanciai il giornale in macchina, attraversai la strada di corsa e mi buttai in terra verso il ragazzo, che era disteso supino e gridava, con la faccia sporca di sangue. L'amico fece cadere la scatola e scappo' verso la direzione opposta, mentre mio cugino scendeva dalla macchina ed altre persone si avvicinavano.
Non c'era tempo da perdere: mi sfilai la cravatta e la usai come laccio emostatico, per bloccare la circolazione nel braccio, mentre qualcuno mi passava un asciugamano che gli avvolsi sul braccio. Lo caricammo in macchina e partii di corsa verso il pronto soccorso, non molto lontano, dove giungemmo e lasciammo che il ragazzo, svenuto durante il tragitto, venisse portato d'urgenza in sala operatoria; poco prima di lasciarlo mio cugino gli analizzo' le tasche e, trovato il portafogli, ne estrasse la carta d'identita'.
Sapevamo il suo nome e la sua eta'. Mentre aspettavamo invitai mio cugino ad entrare nella garritta della polizia per stilare il rapporto, l'agente ci fece molte domande, poi telefono' a qualcuno e, dopo qualche minuto, giunsero anche una pattuglia che era stata sul posto ed aveva raccolto la scatola di petardi; giunsero l'amico che era scappato e i genitori del ragazzo.
Erano passate da poco le 10:45 quando il medico usci' dalla sala operatoria, solo per dirci: "si e' salvato, ma abbiamo dovuto amputargli tre dita"; mi sentii male, andai in bagno e vomitai, poi mi sentii incredulo per tutta la settimana.
Pensate che questa storia sia un invenzione?
Che sia li per riempirvi di timore?
Che sia qualcosa di letto in giro su internet?
No: vi sbagliate.
E' successa a Trento, ma non voglio specificare dove e perche': se qualcuno era presente a quella scena, penso che difficilmente la abbia potuta dimenticare.
[...]

0 commenti: