domenica 16 novembre 2008

Un orsacchiotto mi protegge, I

E' buio, non vedo le pareti, ma so di essere in una stanza, molto grande.
Sento piangere sommessamente, cammino verso quella direzione, il pianto si fa piu' vicino, comincio a correre.
C'e' un bambino, seduto per terra, lo intravedo nella luce. Sta singhiozzando ma l'avermi visto lo fa calmare un momento.
Mi guarda, poi singhiozza: "Mi avete lasciato da solo."
Io: "Ma no. Io sono qui, e non sono da solo."
B: "No, non e' vero, mi avete abbandonato, non c'e' nessuno, mi hai detto che mi avresti lasciato qui da solo"
Io: "Non e' vero, io non ho detto niente del genere!"
Mi avvicino. Nell'oscurita' vedo poco questo bambino, ma l'impressione che ho e' che non ha colore, come se stessi guardando un film in bianco e nero.
B: "Io sono da solo. Al buio. Ho paura. Perche' mi avete abbandonato qui?"
Io: "Io non ti ho abbandonato, sono qui. Non aver paura."
Mi avvicino, gli tocco la spalla e intanto ravano alla ricerca di un accendino, ma mi rendo conto di essere in pigiama: "Aspettami qui, anzi no, vieni con me."
Cerco di convincerlo ad alzarsi, a seguirmi, ma non vuole venire, non demordo e lo prendo in braccio, lui protesta e continua a piangermi sulla spalla, pero' mi abbraccia mentre ritorno da dove ero venuto.
Io: "Deve essere qui intorno, lo so."
B: "Non e' vero! Non e' vero! Non c'e' nessuno, mi avete lasciato qui, sono da solo, mi hanno lasciato qui! Lo so, me l'hanno detto che e' cosi'!"
Io: "Chi ti ha lasciato qui, da solo?"
Il bambino continua a piangere, io comincio a correre. Incespico e cado sul ginocchio sinistro [un dolore della madonna (ma chi ha detto che nei sogni non si prova dolore?!)], poi mi rialzo e continuo a correre: "Dobbiamo uscire da qui, vedrai: c'e' luce fuori".
Intravedo qualcosa sul fondo della stanza, comincio ad intravedere la parete.
E' un orsacchiotto, uno della mia collezione, o almeno mi sembra. Sembra Lucky, ma anche lui ha un colore ingrigito nell'oscurita'.
Io: "Lucky, sei tu?"
L'orsacchiotto rimane seduto con la schiena contro la parete, immobile, raggelato nell'espressione sorridente di un semplice giocattolo. Mi avvicino lentamente.
Improvvisamente il bambino comincia a colpirmi sul petto, gridando: "Noo! Vai via! Allontanati! Non e' quello che sembra! No! Ti prego! Scappiamo prima che sia troppo tardi!"
C'e' qualcuno. O qualcosa. Non capisco, ma ho paura. Sento che c'e' qualcosa dietro di me, il bambino si divincola e si gira verso di me, poi si gela in un espressione di puro terrore, guardando appunto qualcosa dietro di me, in alto (o qualcosa di *gigantesco* e *terrificante* dietro di me). Non riesco a guardare dietro di me (paura, principalmente, non oso girarmi), ma prendo di nuovo il piccolo e gli grido: "Stai tranquillo, non e' niente!". Mi giro verso destra per afferrare Lucky, ma sulla parete non c'e' piu' nulla.
Io: "Lucky? Ma... Un momento allora questo e' solo un sogno!"
Sento un respiro, caldo ed umido, sul collo, comincio a correre verso sinistra, rasentando la parete. Il bambino continua a piangere, gridandomi di andare piu' veloce.
Io: "Stai tranquillo, non puo' succederti nulla, e' solo un sogno..."
Mi sveglio. Sono nel mio letto. Il bambino e' seduto ai piedi del letto, e sta ancora piangendo. Mi guarda, poi mi dice solo: "Cattivo, mi hai lasciato da solo".
Poi giunge dalla destra qualcosa, qualcosa di grosso, come una mano gigantesca, adunca, sporca e grigia, e lo afferra come se fosse una bambola, tirandolo via.
Mi giro di scatto e vedo solo due fessure rosse che mi guardano nell'oscurita'.

Mi sveglio (di nuovo, ma stavolta sul serio). Faccio un respiro profondo, poi comincio a ravanare intorno a me. Sento che manca qualcosa, ma non riesco a mettere bene a fuoco cosa. La proiezione dell'ora sul tetto segna le 3:50, sono sudato freddo, ma ancora non capisco se sto ancora sognando: mi rendo conto che non sento la zampina di Simon accanto a me. Accendo la luce, mi scopro e resto fermo un istante: l'orsetto non c'e'.
Guardo fuori dal letto e lui, pacioso, e' li sul tappeto, su un fianco.
Lo riprendo, con cautela, guardo il suo musetto tranquillo, poi guardo Lucky che fa capolino dalla mensola, sulla mia destra.
Io: "Eri tu, mi volevi avvertire che qualcosa non quadrava, eh? Mi sono accorto che era un sogno quando non ti ho visto piu'..."
Distribuisco una grattatina alla testa di Lucky, poi un'altra a quella di Simon, spengo nuovamente la luce e mi giro verso il muro, tenendo l'orsetto contro il petto con il braccio destro.
I miei sogni sono dei film. Spiaggie, sentieri e paesi di montagna, citta' sconosciute e persone sconosciute con cui magari condividiamo un pranzo... delle volte che sono con i miei orsetti e giochiamo o facciamo qualcosa assieme ho perso il conto.
Molto raramente ho degli incubi, principalmente legati proprio alla caduta dell'orsetto di compagnia dal letto. Se questa non e' la prova che ognuno dei miei piccoli non ha paura di affrontare e tenere abbondantemente lontani gli spiriti maligni degli incubi, voglio dire...(((((-:

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