giovedì 4 aprile 2013

Serie televisive poliziesche a... confronto?

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[storica, ripescata da qui, me l'hanno fatta pensare in questi giorni]
Da un lato la Crime Scene Investigation, dall'altro il Reparto Investigazioni Scientifiche. Vincerà la serie con il budget stratosferico o il tarocco italiano? Beh, in effetti c'era proprio bisogno di porsi questa domanda?

Ore 12, Las Vegas, sede della Crime Scene Investigation. Squilla il telefono. Grissom, il capo, risponde.
«Come? Hanno trovato un uomo morto nel bagagliaio di una Mercedes fuori città? Questo è un caso per noi. Sarò lì fra 12 minuti.»

Stessa ora, Parma, sede della Ricerche Investigazioni Scentifiche. Squilla il telefono. Il capitano Venturi risponde.
«Pronto, qui è il capitano Venturi.»
«Prrrrrrrrrrr!» (riattaccano)
«Ma com... che cazz... Ah, questi bambini di oggi...»
Risquilla il telefono.
«Oh basta mi hai rotto il cazzo!»
«Ma insomma Venturi!»
«Oh, mi scusi Tenente... è lei... pensavo fossero quei maledetti bambini.»
«Senta Venturi, hanno trovato un uomo morto nel bagagliaio di una Cinquecento, poco fuori città.»
«Eeeeeh e che ci devo fare io? Non ci può mandare qualcun altro, i vigili del fuoco, la guardia di finanza...»
«Non dica sciocchezze. Voi siete il Ris, siete i più adatti per queste situazioni.»
«Mah, se lo dice lei. Vabbè: sto là fra una mezz'oretta...»

CSI, dodici minuti dopo spaccati.
«Dunque. Si direbbe che quest'uomo sia morto una mezz'ora prima di essere stato chiuso nel bagagliaio dall'aspetto della sua pelle. Le vedi queste macchioline blu? Emoglobina ossigenata. Inoltre i numerosi ematomi suggeriscono che ci sia stata una colluttazione prima del decesso. I segni sul collo e l'aspetto delle pupille dicono che la morte deve essere avvenuta per strangolamento. Probabilmente a mani nude.»
«Attento Grissom! Guarda meglio!»
«Giusto! Questi segni indicano che l'assassino portava guanti di pelle, neri.»
«Come vedo non hai perso il tuo infallibile fiuto!»

Ris, un'ora abbondante dopo.
«Dunque. Si direbbe che quest'uomo è morto.»

CSI, più tardi.
«Ehi, Grissom, guarda qui! Forse possiamo incastrarlo. Vedi quella macchiolina scura all'interno del bagagliaio?»
«Uhm... uno sputo! Se non corrisponde col DNA della vittima allora sappiamo chi è l'assassino! Presto, porta l'analizzatore sputolitico da campo!»
«Cacchio, questo qui si è lasciato sfuggire uno sputo! È pazzesco! È come se ci avesse scritto il suo nome con una bomboletta spray verde, in quel bagagliaio!»

Ris, pochi minuti dopo.
«Uhm! Che culo! Una macchia sospetta! Se l'analizziamo magari viene fuori qualcosa, e riusciamo a farci venire un'idea per archiviare il caso! Pippo, vieni qui un attimo!»
«Che c'è capitano?»
«Odora un po' quella macchia!»
«Che puzza!»
«Ti dice niente?»
«No, beh, puzza un po', ma nient'altro.»
«Ok andiamocene: stiamo seguendo una pista sbagliata...»
«Ehi, non portiamo un campione di questa roba al laboratorio per farla analizzare?»
«Tu vorresti portare quella roba puzzolente nella MIA macchina? Vuoi scherzare?»

CSI più tardi.
«Allora, fate un'analisi accurata di quello che la vittima ha mangiato e bevuto nelle ultime dodici ore, capito?»
«Già fatta, capo, sapevamo che ce l'avrebbe chiesta.»
«E allora fate anche un'analisi delle cavità polmonari, per ritrovare eventuali frammenti entrati nei polmoni durante il soffocamento.»
«Fatta anche questa, capo, l'abbiamo preceduta.»
«Va bene va bene, allora fatemi un esame a piacere... Ma ehi! Avete lasciato il bisturi sul tavolo operatorio! Quante volte vi ho detto che i bisturi dopo essere stati usati vanno riposti nell'apposito contenitore? Eh? Quante volte?»
«Ha ragione capo, staremo più attenti...»
«Sì, sì, intanto questo mese vi dimezzo la busta paga.»
«Ha ragione capo, abbiamo sbagliato, dobbiamo pagare.»

Ris, ora di pranzo.
«Mamma, che ci fai in caserma?»
«Sono venuta a portarti i fegatini di vitello che ti piacciono tanto!»
«Oh, grazie mamma, ma ora sono occupato, mettili lì sul tavolo operatorio, vicino a quel contenitore bianco...»
«Mi raccomando! Mangia, che ti stai sciupando!»
---
«Capitano Venturi, abbiamo effettuato delle analisi sul fegato che ci è arrivato in laboratorio... e... quello che le stiamo per dire la sconvolgerà, ma siamo abbastanza certi: la vittima non è un essere umano, deve essere un vitello, non so... una mutazione... come in X-Files...»
«Scusate un attimo... il fegato era mica in uno scatolo sul tavolo del laboratorio...»
«Sì, era proprio lì capitano...»
«E allora io che ho mangiato... ommioddio... vado nel bagno a vomitare, aspettate un attimo...»

CSI
«Ecco fatto. Ora il computer confronterà tutti i campioni di DNA dello Stato, e se siamo fortunati in circa venti minuti sapremo l'identità dell'assassino...»

Ris
«Abbiamo un identikit del probabile assassino. Ce lo ha fatto coi pastelli a cera un bambino che dice di essere passato di là all'ora dell'omicidio.»
«Bene bene. Scendi per strada e vedi se qualcuno riconosce l'assassino nell'uomo del disegno... aspetta... o è una donna?»

Las Vegas, casa di un americano medio.
«Salve, sono un americano medio e sto andando al bagno.»
Improvvisamente un marine esce dal water, un membro dei corpi speciali esce dal bidet e da un buco nel soffitto si cala lui, Grissom, il capo della CSI.
«Ok, sei in arresto, le prove contro di te sono schiaccianti, non muoverti e non parlare, ogni parola gesto o sospiro potranno essere usati contro di te in tribunale.»
«Posso andare prima in bagno?»

Ris
«Terribile... l'identikit si è rivelato essere un falso, il fegato della vittima se l'è mangiato il capitano... inoltre la macchina per le spettrografie non funziona, la macchina per il DNA nessuno la sa usare e la maggior parte degli agenti o sono in ferie, o sono al bar.»
«Io direi che questa volta è il caso di giocare il Jolly.»
«Evvabene!»
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«Tenente, abbiamo effettuato delle indagini molto accurate, con i mezzi più sofisticati che lo Stato ci ha messo a disposizione e siamo arrivati alla conclusione che si sia trattato di suicidio.»
«Voi trovate un cadavere chiuso (da fuori) in un portabagagli e mi dite che si è trattato di suicidio?»
«Strano eh?»
«Ma noooo che fa, si è trattato di suicidio, chissenefrega!»

CSI
«È incredibile Grissom, l'avete arrestato per uno sputo! Uno sputo!»
«Sì, non ci credo neanche io che un assassino sia così stupido da lasciare un suo sputo in giro!»
«HAHAHAHAHHA!»
«HAHAHHAHAHA!»
«Mica come quelli del Ris!»

martedì 2 aprile 2013

Un orsacchiotto mi protegge, XII

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-Seguimi. Non discutere né fare domande, devi solo venire con me.
Lo guardo con attenzione. Aveva qualcosa di familiare ma non riuscivo a capire che cosa. -Ma è pericoloso, non possiamo semplicemente muoverci lì in mezzo!
-Ti ho detto di non discutere!- Mi afferra per un braccio, poi mi tira a sé lungo la strada che c'era davanti a noi. -Dobbiamo fare presto, comunque.
Comincio a correre per stargli dietro. Dopo qualche istante mi lascia il braccio e comincia ad allungare il passo, ma poi dopo un centinaio di metri la nostra velocità va scemando e lui mi sembra più tranquillo di prima. Si gira accennando un sorriso: -Ne siamo quasi fuori, ancora pochi passi, fidati.
Improvvisamente metto un piede in fallo e finisco in ginocchio. Adesso mi rendo meglio conto della strada che stiamo percorrendo: siamo su una specie di sterrata di montagna, piena di fango e di pozzanghere, come se avesse finito di piovere da pochi minuti. Il cielo è grigio, e dà l'idea che fra poco seguirà un altro fortunale non indifferente. Anzi, capisco che la nostra corsa serve proprio a trovare un riparo prima che cominci a piovere. Ma mentre mi rialzo e sento la sensazione di freddo umido al ginocchio, ho la sensazione di piccole goccioline d'acqua che mi cominciano a colpire la testa e le spalle.
-Sta cominciando a piovere.
-Per questo dobbiamo muoverci. Forza dai, che siamo quasi.
Avanziamo in mezzo a una specie di frutteto, intorno a me vedo solo degli alberi sparsi (ma sono alberi da frutto: vedo degli agrumi e degli ulivi); a un certo punto lui si ferma in un punto che a me sembra identico a tutto quello che ci sta circondando: -Va bene, adesso siamo al sicuro.
-Cosa?
Mi guarda e sorride, poi mi mette una mano sulla spalla. Ha un po' di fiatone, e anche io mi rendo conto di avere le gambe doloranti ed il respiro corto per la corsa appena affrontata.
-Ci vuole un po' d'acqua, andiamo verso il fiume.
-Quale fiume?- lui parte verso sinistra e io lo guardo rimanendo dove mi trovo: intorno a noi vedo solo gli alberi, ma poi improvvisamente mi rendo conto di un rumore lontano ma non troppo: come di acqua che scorre.
La pioggia comincia a peggiorare, mi sistemo meglio la giacca e la maglietta che ho addosso e mi metto a seguirlo. Le gocce d'acqua stanno aumentando in numero e comincio a sentirmi dell'acqua che mi scola dalla testa verso la faccia e il collo.
Dietro di me, sopra di noi, un lampo. Non una luce momentanea come il flash di una macchina fotografica, ma più una luce che va e viene come se fosse la visualizzazione di un battito cardiaco: una serie di momenti di luce bianca-azzurra più forti e di bagliori violacei più bassi. Dura poco meno di un secondo, e il rumore dell'acqua che sento sempre più forte viene accompagnato da un lungo brontolio lontano.
-Il tempo sta peggioran...- la mia frase viene interrotta da uno schianto assordante, che ha seguito di poco meno di un secondo il lampo: una deflagrazione violentissima e lunga. Mi guardo attorno, ma ovviamente ormai il "danno" è già passato, ma quando ritorno a guardare il mio compagno un altro lampo come il primo squarcia il cielo. E di nuovo un tuono molto forte ed improvviso scuote l'aria circostante, solo che stavolta ho la chiara sensazione dell'onda d'urto che mi arriva addosso: un vento che mi spinge in avanti facendomi quasi cadere. -Non possiamo continuare a restare all'aperto, è pericoloso. Ci serve un riparo.
Il compagno si ferma all'improvviso e comincia a guardarsi intorno, proprio alla ricerca di un riparo, mentre io per poco non vado a sbattergli addosso.
Un terzo lampo, ma ora sto dando le spalle al mio compagno e finalmente capisco che succede: un fulmine colpisce un albero MOLTO vicino a noi. Lo schianto del tuono è assordante e mi fischiano le orecchie, e di nuovo lo spostamento d'aria calda mi fa barcollare: -Oh cazzo!
-Stai tranquillo, te l'ho detto: siamo al sicuro, qui non può colpirci.
-Ma che stai dicendo? Qui siamo all'aper...
Un altro fulmine, un altro tuono. Ma comincio a rendermi conto di una cosa: chi è con me ha ragione: il fulmine è caduto più o meno alla stessa distanza del primo. Piove, ma dove siamo noi casca appena qualche gocciolina d'acqua, mentre ad alcuni metri di distanza in mezzo agli alberi c'è una specie di muro d'acqua. Sento un rumore strano e alzo lo sguardo sopra di noi. A questo punto vedo con orrore una saetta che punta dritta verso di noi ma che, all'improvviso devia sulla destra percorrendo una curva che la porta contro un altro albero poco distante: è come se sopra di noi ci fosse una specie di cupola trasparente.
-Dai, andiamo verso il fiume.
-Ma che succede?
Il mio compagno si dirige verso sinistra e lo seguo; percorriamo un centinaio di metri e poi giungiamo a un declivio che diventa il greto di una specie di torrentello. Sarà largo un paio di metri, l'acqua profonda pochi centimetri, ma trasparente e oserei dire persino profumata. Si siede sul bordo e infila le mani nell'acqua, cominciando a bere.
Lo guardo con attenzione: -Sono sicuro che sia anche acqua non inquinata, ma credo che ci siano anche sabbia, piante e chissà quali altre fesserie... non credo che si possa bere così, a cuor contento...
-Stai tranquillo, tanto sta finendo di piovere, e quello che mi interessava era semplicemente essere vicino a te... ora ti puoi svegliare!
Il rumore della pioggia si allontana, l'ambiente si fa buio, la mia sensazione di essere a letto si fa più evidente. La mia camera, la pioggia, fuori... un tuono... Lucky sotto il braccio sinistro.
-Ehi, ma non credi che dovrei essere io a proteggere te dal temporale, orsetto fifone? Buongiorno, eh... le cinque meno cinque di mattina, direi che ci si può alzare e si può cominciare la giornata...