Lo guardo con attenzione. Aveva qualcosa di familiare ma non riuscivo a capire che cosa. -Ma è pericoloso, non possiamo semplicemente muoverci lì in mezzo!
-Ti ho detto di non discutere!- Mi afferra per un braccio, poi mi tira a sé lungo la strada che c'era davanti a noi. -Dobbiamo fare presto, comunque.
Comincio a correre per stargli dietro. Dopo qualche istante mi lascia il braccio e comincia ad allungare il passo, ma poi dopo un centinaio di metri la nostra velocità va scemando e lui mi sembra più tranquillo di prima. Si gira accennando un sorriso: -Ne siamo quasi fuori, ancora pochi passi, fidati.
Improvvisamente metto un piede in fallo e finisco in ginocchio. Adesso mi rendo meglio conto della strada che stiamo percorrendo: siamo su una specie di sterrata di montagna, piena di fango e di pozzanghere, come se avesse finito di piovere da pochi minuti. Il cielo è grigio, e dà l'idea che fra poco seguirà un altro fortunale non indifferente. Anzi, capisco che la nostra corsa serve proprio a trovare un riparo prima che cominci a piovere. Ma mentre mi rialzo e sento la sensazione di freddo umido al ginocchio, ho la sensazione di piccole goccioline d'acqua che mi cominciano a colpire la testa e le spalle.
-Sta cominciando a piovere.
-Per questo dobbiamo muoverci. Forza dai, che siamo quasi.
Avanziamo in mezzo a una specie di frutteto, intorno a me vedo solo degli alberi sparsi (ma sono alberi da frutto: vedo degli agrumi e degli ulivi); a un certo punto lui si ferma in un punto che a me sembra identico a tutto quello che ci sta circondando: -Va bene, adesso siamo al sicuro.
-Cosa?
Mi guarda e sorride, poi mi mette una mano sulla spalla. Ha un po' di fiatone, e anche io mi rendo conto di avere le gambe doloranti ed il respiro corto per la corsa appena affrontata.
-Ci vuole un po' d'acqua, andiamo verso il fiume.
-Quale fiume?- lui parte verso sinistra e io lo guardo rimanendo dove mi trovo: intorno a noi vedo solo gli alberi, ma poi improvvisamente mi rendo conto di un rumore lontano ma non troppo: come di acqua che scorre.
La pioggia comincia a peggiorare, mi sistemo meglio la giacca e la maglietta che ho addosso e mi metto a seguirlo. Le gocce d'acqua stanno aumentando in numero e comincio a sentirmi dell'acqua che mi scola dalla testa verso la faccia e il collo.
Dietro di me, sopra di noi, un lampo. Non una luce momentanea come il flash di una macchina fotografica, ma più una luce che va e viene come se fosse la visualizzazione di un battito cardiaco: una serie di momenti di luce bianca-azzurra più forti e di bagliori violacei più bassi. Dura poco meno di un secondo, e il rumore dell'acqua che sento sempre più forte viene accompagnato da un lungo brontolio lontano.
-Il tempo sta peggioran...- la mia frase viene interrotta da uno schianto assordante, che ha seguito di poco meno di un secondo il lampo: una deflagrazione violentissima e lunga. Mi guardo attorno, ma ovviamente ormai il "danno" è già passato, ma quando ritorno a guardare il mio compagno un altro lampo come il primo squarcia il cielo. E di nuovo un tuono molto forte ed improvviso scuote l'aria circostante, solo che stavolta ho la chiara sensazione dell'onda d'urto che mi arriva addosso: un vento che mi spinge in avanti facendomi quasi cadere. -Non possiamo continuare a restare all'aperto, è pericoloso. Ci serve un riparo.
Il compagno si ferma all'improvviso e comincia a guardarsi intorno, proprio alla ricerca di un riparo, mentre io per poco non vado a sbattergli addosso.
Un terzo lampo, ma ora sto dando le spalle al mio compagno e finalmente capisco che succede: un fulmine colpisce un albero MOLTO vicino a noi. Lo schianto del tuono è assordante e mi fischiano le orecchie, e di nuovo lo spostamento d'aria calda mi fa barcollare: -Oh cazzo!
-Stai tranquillo, te l'ho detto: siamo al sicuro, qui non può colpirci.
-Ma che stai dicendo? Qui siamo all'aper...
Un altro fulmine, un altro tuono. Ma comincio a rendermi conto di una cosa: chi è con me ha ragione: il fulmine è caduto più o meno alla stessa distanza del primo. Piove, ma dove siamo noi casca appena qualche gocciolina d'acqua, mentre ad alcuni metri di distanza in mezzo agli alberi c'è una specie di muro d'acqua. Sento un rumore strano e alzo lo sguardo sopra di noi. A questo punto vedo con orrore una saetta che punta dritta verso di noi ma che, all'improvviso devia sulla destra percorrendo una curva che la porta contro un altro albero poco distante: è come se sopra di noi ci fosse una specie di cupola trasparente.
-Dai, andiamo verso il fiume.
-Ma che succede?
Il mio compagno si dirige verso sinistra e lo seguo; percorriamo un centinaio di metri e poi giungiamo a un declivio che diventa il greto di una specie di torrentello. Sarà largo un paio di metri, l'acqua profonda pochi centimetri, ma trasparente e oserei dire persino profumata. Si siede sul bordo e infila le mani nell'acqua, cominciando a bere.
Lo guardo con attenzione: -Sono sicuro che sia anche acqua non inquinata, ma credo che ci siano anche sabbia, piante e chissà quali altre fesserie... non credo che si possa bere così, a cuor contento...
-Stai tranquillo, tanto sta finendo di piovere, e quello che mi interessava era semplicemente essere vicino a te... ora ti puoi svegliare!
Il rumore della pioggia si allontana, l'ambiente si fa buio, la mia sensazione di essere a letto si fa più evidente. La mia camera, la pioggia, fuori... un tuono... Lucky sotto il braccio sinistro.
-Ehi, ma non credi che dovrei essere io a proteggere te dal temporale, orsetto fifone? Buongiorno, eh... le cinque meno cinque di mattina, direi che ci si può alzare e si può cominciare la giornata...
-Quale fiume?- lui parte verso sinistra e io lo guardo rimanendo dove mi trovo: intorno a noi vedo solo gli alberi, ma poi improvvisamente mi rendo conto di un rumore lontano ma non troppo: come di acqua che scorre.
La pioggia comincia a peggiorare, mi sistemo meglio la giacca e la maglietta che ho addosso e mi metto a seguirlo. Le gocce d'acqua stanno aumentando in numero e comincio a sentirmi dell'acqua che mi scola dalla testa verso la faccia e il collo.
Dietro di me, sopra di noi, un lampo. Non una luce momentanea come il flash di una macchina fotografica, ma più una luce che va e viene come se fosse la visualizzazione di un battito cardiaco: una serie di momenti di luce bianca-azzurra più forti e di bagliori violacei più bassi. Dura poco meno di un secondo, e il rumore dell'acqua che sento sempre più forte viene accompagnato da un lungo brontolio lontano.
-Il tempo sta peggioran...- la mia frase viene interrotta da uno schianto assordante, che ha seguito di poco meno di un secondo il lampo: una deflagrazione violentissima e lunga. Mi guardo attorno, ma ovviamente ormai il "danno" è già passato, ma quando ritorno a guardare il mio compagno un altro lampo come il primo squarcia il cielo. E di nuovo un tuono molto forte ed improvviso scuote l'aria circostante, solo che stavolta ho la chiara sensazione dell'onda d'urto che mi arriva addosso: un vento che mi spinge in avanti facendomi quasi cadere. -Non possiamo continuare a restare all'aperto, è pericoloso. Ci serve un riparo.
Il compagno si ferma all'improvviso e comincia a guardarsi intorno, proprio alla ricerca di un riparo, mentre io per poco non vado a sbattergli addosso.
Un terzo lampo, ma ora sto dando le spalle al mio compagno e finalmente capisco che succede: un fulmine colpisce un albero MOLTO vicino a noi. Lo schianto del tuono è assordante e mi fischiano le orecchie, e di nuovo lo spostamento d'aria calda mi fa barcollare: -Oh cazzo!
-Stai tranquillo, te l'ho detto: siamo al sicuro, qui non può colpirci.
-Ma che stai dicendo? Qui siamo all'aper...
Un altro fulmine, un altro tuono. Ma comincio a rendermi conto di una cosa: chi è con me ha ragione: il fulmine è caduto più o meno alla stessa distanza del primo. Piove, ma dove siamo noi casca appena qualche gocciolina d'acqua, mentre ad alcuni metri di distanza in mezzo agli alberi c'è una specie di muro d'acqua. Sento un rumore strano e alzo lo sguardo sopra di noi. A questo punto vedo con orrore una saetta che punta dritta verso di noi ma che, all'improvviso devia sulla destra percorrendo una curva che la porta contro un altro albero poco distante: è come se sopra di noi ci fosse una specie di cupola trasparente.
-Dai, andiamo verso il fiume.
-Ma che succede?
Il mio compagno si dirige verso sinistra e lo seguo; percorriamo un centinaio di metri e poi giungiamo a un declivio che diventa il greto di una specie di torrentello. Sarà largo un paio di metri, l'acqua profonda pochi centimetri, ma trasparente e oserei dire persino profumata. Si siede sul bordo e infila le mani nell'acqua, cominciando a bere.
Lo guardo con attenzione: -Sono sicuro che sia anche acqua non inquinata, ma credo che ci siano anche sabbia, piante e chissà quali altre fesserie... non credo che si possa bere così, a cuor contento...
-Stai tranquillo, tanto sta finendo di piovere, e quello che mi interessava era semplicemente essere vicino a te... ora ti puoi svegliare!
Il rumore della pioggia si allontana, l'ambiente si fa buio, la mia sensazione di essere a letto si fa più evidente. La mia camera, la pioggia, fuori... un tuono... Lucky sotto il braccio sinistro.
-Ehi, ma non credi che dovrei essere io a proteggere te dal temporale, orsetto fifone? Buongiorno, eh... le cinque meno cinque di mattina, direi che ci si può alzare e si può cominciare la giornata...
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